A Ciucca

La spiaggia per eccellenza era “A Ciucca”, uno splendido arenile dalla sabbia particolarmente granulosa, quindi priva di polvere, con mischiati, dei granelli colorati che, alla luce del sole, sprigionavano riflessi perlacei particolarmente belli.
Non parliamo poi del fondo sabbioso dello specchio di mare antistante la spiaggia. I colori dell’acqua marina divenivano di una bellezza indescrivibile vivificati com’erano, a mare calmo, dalla luce solare.
Un’acqua assolutamente cristallina, trasparente di un verde smeraldo che, al largo, aumentando la profondità, diveniva azzurro intenso, quasi cobalto.
Uno spettacolo estasiante, un quadretto che aveva per cornice la costa fino alla Torre Molinazzo.

A praiola

E’ la perla incastonata, a riva di mare, al centro del paese.
Una posizione realmente ideale che è oggi la vera spiaggia di Terrasini.
“A Praiola” è un insenatura quasi a ferro di cavallo incorniciata da una scogliera, biancastra e striata, che contiene minuscoli cristalli creati dalla salsedine che riflettono e fanno brillare ancor più la luce del sole.
I colori del fondo marino sono pressoché indescrivibili per la trasparenza dall’acqua limpidissima ed il fondo sabbioso si coglie perfettamente.
Si fondono tra loro il verde smeraldo, l’azzurro più o meno intenso ed il cobalto in uno specchio di mare che lambisce un arenile stupendo.
Ciò che contiene questa baia l’arricchisce e ne fa un’autentica naturale preziosa conchiglia.
“Li culonni”, i Faraglioni, da un lato in prossimità della scogliera, due, uno accanto all’altro, poggiano su una specie di piattaforma abbastanza larga, ricoperta di muschio verde-rossastro, a pelo d’acqua, che riesce a far risaltare il biancore degli scoglio che si innalzano a gradini irregolare i tanto da potere essere scalati.

A Maidduzza

“A Maidda”, il diminutivo diventa “a Maidduzza” che è la terza, ma non ultima, spiaggia del paese.
Il nome appunto deriva dalla posizione, a dir poco, spettacolare di questo specchio di mare quasi interamente protetto dagli scogli, dove perciò non si verificano mareggiate.
E’ dominato da una scogliera alta, biancastra scoscesa tanto che la discesa, per raggiungere la riva, era abbastanza difficile. Si percorre un sentiero un po’ incassato nella roccia molto friabile, però valeva proprio la pena faticare per fare il bagno in quell’acqua limpida, trasparente e dai colori che andavano dal verde all’azzurro leggero.
La differenza con gli altri siti era totale. Qui, alla Maidduzza, niente sabbia ma ciottoli bellissimi o bianchi totalmente o lievemente striati di azzurro, ed era una piacevolezza a vederli.
Anche il fondo del mare era ricoperto da questa preziosa ghiaia multicolore e poi tutt’attorno a questo “ferro di cavallo”, piccoli scogli a fior d’acqua dai colori più svariati che andavano dal verdastro al marrone muschiato.
Nell’insieme questo luogo risultava di una bellezza incomparabile per la quiete che riusciva a procurare.
Era la spiaggia di pochi appassionati che amavano esibirsi in tuffi particolarmente difficili grazie anche al fatto che, in più posti, gli scoglio offrivano trampolini naturali.
Questa terza spiaggia aveva delle prerogative del tutto differenti dalle prime due , ed offriva una panoramica d’insieme sicuramente nuova per la presenza di una scogliera dai colori completamente diversi: il rossastro striato da strati bianchi sovrapposti.
Questa nostra costa presenta bellezze davvero particolari e differenziate tra loro e dà vita, proprio per questa diversità, ad una cornice intarsiata e preziosa.

Cala Rossa

E’ un’autentica preziosissima “Perla” incastonata nel tratto di costa subito dopo il paese.
Vi si arriva dopo una stupenda sequenza di approdi di varia grandezza, svariate grotte più o meno profonde e larghe e dopo la prominente Torre di Fanara, una delle diversi torri saracene di avvistamento che sorgono lungo la nostra costa e dopo tratti di pareti rocciose a strapiombo sul mare.
I colori degli scogli si alternano a quelli del mare, così si crea un’alternanza del classico colore del muschio maculato dei “marciapiedi” che orlano la roccia alla base, con tratti di roccia totalmente bianca e liscia.
E’ un susseguirsi di meraviglie che si conclude quasi improvvisamente con l’apparizione della baia che contiene, al centro, L’isolotto di “Cala Rossa”.
La baia è sufficientemente ampia tanto da consentire, attorno all’isolotto, la navigazione a natanti di buona stazza. Al centro lui troneggia austero, anche se non molto grande.
Quel caratteristico colore rosso della roccia a lamelle sovrapposte con qualche sottile strato bianco, offre uno spettacolo particolarmente suggestivo al tramonto.
Dista dalla spiaggia forse un paio di centinaia di metri ed è incorniciato, dal lato Trapani, da una a rete a strapiombo sul mare alta dai 25 ai 30 metri dai colori simili a quelli dell’isolotto ma più variegati e con piccoli anfratti.
A mare calmissimo, questi colori si riflettono nell’acqua creando uno spettacolo sempre nuovo per le varie tonalità della luce solare. Il tratto di costa opposta, confina con la strada che circonda tutta la baia e dà modo, dominandola, di godere uno spettacolo inimmaginabile.

Torre Molinazzo e Calette

Questo tratto di costa ricade in territorio di Cinisi, in effetti, si tratta della parte terminale della spiaggia attaccata all’abitato di Terrasini “A Ciucca”.
Questa strada sterrata, di colore giallastro come quello della “crita” dell’argilla, correva lungo il margine del litorale fino a raggiungere l’estrema punta protesa verso il mare aperto, dove sorge imponente la “Turri Mulinazzo” Torre Molinazzo, una delle torri d’avvistamento dei tempi lontani.
Il lato a mare, non altro sempre di quel colore giallastro, presenta a contatto col mare, lungo tutto il percorso, anfratti non profondi ed, in certe parti, accoglienti interrotto da tre insenature di discreta grandezza ma estremamente belle oltreché accoglienti: Sono li “tri caletti”, chidda di rintra, chidda di menzu e chidda di fora (le tre calette, la prima, quella nel mezzo e quella di fuori): tutte e tre meravigliose.
L’acqua non troppo profonda dentro l’insenatura, limpidissima e trasparente, di un colore azzurro più o meno intenso con un fondo sabbioso splendido sopratutto a mare calmo.
D’altro canto, anche quando soffia il nostro particolare vento di levante, quel tratto di costa rimane assolutamente riparato, consentendo così al mare una quiete completa e creando perciò una godibilità inimmaginabile.
Tra le tre la “Caletta di menzu” è certamente la più bella perché contiene anche una spiaggetta sabbiosa, con un fondo di mare piuttosto basso coperto da piccolissima ghiaietta ed un colore perlaceo dell’acqua con delle chiatte multicolori per la vegetazione di alghe sottomarine violacee.
Tutto lo spettacolo che ho cercato di fare immaginare è da riferire alla prima mezza giornata, cioè a sole nascente alle spalle della Caletta, perché nella seconda fase, a sole calante, l’insieme di queste stupende bellezze cambiava completamente.
Era una fase che alla fine risultava più suggestiva ed estasiante per dei tramonti che non si possono descrivere.
Nel tardo pomeriggio il sole scendeva verso San Vito lo Capo e man mano che si avvicinava all’orizzonte creava scenari sempre diversi con colori di ineguagliabile intensità da far rimanere incantati.
Quella palla di fuoco che si immergeva nel mare all’orizzonte lentamente procurava sensazioni indescrivibili, generando riflessioni profonde sulla maestosità del creatore.

Le Grotte

L’aspetto della nostra costa che corre dalla Ciucca alla Praiola fino all’ultimo approdo, quello di San Cataldo, è un alternarsi di piccole e grandi grotte a pareti di roccia molto alta, a strapiombo sul mare, e di autentici marciapiedi a fior d’acqua, vestiti di muschio soffice e colorato tanto da poterci camminare agevolmente e piacevolmente sopra, a mare calmo.
Le grotte hanno un nome, un appellativo che fa riferimento preciso alla sua origine.
Ne riporto alcune in successione, le più note: La Grotta Precciata, la Grotta delle Monache, la Catalana, la Ciacca, quella di Cala Porro, la
Grotta delle Nasse, la Grotta delle Colombe, la Grotta Grande che è sicuramente la più
importante ma non la più bella.
Quest’ultima però è così famosa perché la sua grandezza e altezza, inspiegabilmente, non si evidenziano, ovvero non si riesce ad avere l’esatta dimensione.
E’ una grotta particolare dunque, in un tratto di costa un po’ concavo tanto che la luce vi penetra fino ad un certo punto, cosicché il colore azzurro del mare assume diverse gradazioni, ora vivissimo, ora più tenue, ora molto intenso!
Popolatissima di colombe che la vivificano con il rumore delle ali e con il loro chiacchierio.

San Cataldo

L’ultimo approdo della frastagliatissima costa terrasinese, dal lato Trapani, è quello di San Cataldo.
Ci si arriva dopo una serie di grotte e calette più o meno grandi, piccole insenature e pareti di roccia altissime, a strapiombo sul mare, dai colori di incomparabile bellezza.
La spiaggia di San Cataldo, abbastanza ampia, ma non grandissima, con poca sabbia e moltissimi ciottoli, quelli di un bianco assoluto frammischiati ad altri leggermente striati ad altri ancora di un grigio perla gradevolissimo.
Verso la fine era attraversata da un piccolo corso d’acqua, forse il torrente Nocella, allora limpidissima.
All’angolo estremo e un po’ in alto una piccola Cappella.
Data la distanza notevole dal paese, quel luogo si raggiungeva con mezzi di trasporto privati che allora erano i comuni carri agricoli, o alcuni calessi, ma pochi questi ultimi, perché posseduti dai più abbienti.
La spiaggia si riempiva subito, nella mattinata e immediatamente si cominciava ad accendere i fuochi per ottenere la brace per arrostire la carne di ovini o agnelli e anche le famose “stigghiole.